Ponte del Diavolo

BORGO A MOZZANO | IL PONTE DEL DIAVOLO

Ponte della Maddalena (detto del Diavolo)

Capolavoro dell'ingegneria medievale, il Ponte del Diavolo domina il fiume Serchio con la sua maestosa presenza che da sempre evoca fantastie, miti e leggende. Probabilmente voluto dalla contessa Matilde di Canossa nell'XI secolo, il ponte fu costruito per consentire ai viandanti e ai pellegrini di raggiungere Lucca per poi congiungersi alla Via Francigena e proseguire fino a Roma. Nel Medioevo infatti la Valle del Serchio e la Garfagnana rappresentavano un passaggio strategico per la circolazione di merci, uomini e idee verso il Nord Italia e Nord Europa.

Nel XIII secolo il ponte fu fatto restaurare da Castruccio Castracani. Nel 1500 prese il nome di Ponte della Maddalena da un oratorio dedicato alla santa che si trovava ai piedi del ponte sulla sponda sinistra. La statua della Maddalena, pregevole opera attribuita ai Della Robbia, si trova attualmente nella chiesa di San Jacopo a Borgo a Mozzano.

Nei primi anni del 1900 per far posto alla ferrovia fu aperto un nuovo arco sulla parte destra del ponte che modificò notevolmente la sua architettura originale. Durante la seconda guerra mondiale il il Ponte del Diavolo fu minato dai nazisti, ormai pronti ad abbandonare le fortificazioni della linea Gotica costruite su tutto il territorio comunale, ma fortunatamente la sua distruzione fu evitata. E' difficile risalire alle motivazioni di questa scelta presa dagli alti comandi tedeschi, probabilmente non venne ritenuto idoneo al transito dei mezzi militari e per questo graziato.

L'aspetto del ponte è quello medievale classico a 'schiena d'asino', con la differenza, che qui diventa caratteristica unica, che le sue arcate sono asimmetriche e quella centrale è talmente alta e ampia che la sua solidità sembra una sfida alla legge di gravità. Il ponte è percorribile a piedi, misura metri 93,10 di lunghezza mentre l'altezza dell'arco maggiore è di 18,50 m.

La leggenda: Il sinistro nome di Ponte del Diavolo è dovuto a una leggenda di cui esistono varie versioni. La più nota è quella che ci rimanda alla sua costruzione: si narra che il compito di edificare il ponte sia stato affidato a S. Giuliano l'Ospitaliere. L'opera si rivelò fin dall'inizio di difficile realizzazione. Il capomastro incaricato dell'opera, resosi conto che non avrebbe completato il lavoro per la scadenza prevista, era sprofondato nella disperazione: ma una sera, mentre sedeva da solo sulla sponda del Serchio, pensando al disonore che gli sarebbe derivato per non aver terminato il ponte in tempo utile, gli apparve il diavolo, che gli propose di stipulare un patto. Il maligno avrebbe terminato il ponte in una sola notte, ma ad una condizione: avrebbe preso l'anima di colui che avesse attraversato il ponte per primo. Il patto fu siglato: in una sola notte il diavolo con la sua forca sollevò la grande campata del ponte. Il costruttore, pieno di rimorso, andò a confessarsi da un religioso, che gli disse di rispettare il patto, ma di aver l'accortezza di far attraversare per primo il ponte ad un maiale. Il giorno successivo il capomastro impedì l'accesso alle persone e fece attraversare per primo il ponte alla bestia. La leggenda vuole che il diavolo, inferocito per la beffa, si sia gettato giù dal ponte nelle acque del Serchio e non si sia fatto rivedere mai più da queste parti.

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